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St. Albert Mission Hospital
Repubblica di Zimbabwe - Republic of Zimbabwe
Superficie: 390.860 Km²
Abitanti: 11.365.000 (stime 2001)
Densità: 29 ab/Km²
Forma di governo: Repubblica presidenziale
Capitale: Harare (1.410.000 ab.)
Altre città: Bulawayo 415.000 ab.
Gruppi etnici: Shona 77%, Ndebele 16%
Paesi confinanti: Zambia a NORD, Mozambico ad EST, Sudafrica a SUD, Botswana a OVEST
Monti principali: Inyangani 2593 m
Fiumi principali: Zambesi 820 Km (tratto dello Zimbabwe, totale 2736 Km)
Laghi principali: Lago Kariba
Isole principali: -
Clima: Tropicale
Lingua: Inglese (ufficiale), Shona
Religione: Animista 80%, Cristiana 20%
Moneta: Dollaro dello Zimbabwe
Report St. Albert Mission Hospital
Attività 2015 a St Albert
Attività 2014 a St Albert
Apri i pdf e guarda i progetti:
Progetto elettricità
Progetto Biogas
Progetto Screaming per il cancro alla cervice
Medicine essenziali
Tecnici per controllo attrezzature mediche
Progetto Orfani
Progetto occhiali
Progetto Cappella
SOSTEGNO AL ST. ALBERT MISSION HOSPITAL
Lo Zimbabwe sta attualmente attraversando una grossa crisi economica e sociale con pesanti effetti negativi sul sistema sanitario nazionale che è vicino ad una paralisi completa.
I servizi sanitari di cura e prevenzione stanno subendo una consistente riduzione ed in molti casi sono stati addirittura interrotti. Le principali cause di questa situazione sono: la progressiva riduzione di disponibilità di risorse finanziarie e il lungo periodo di crisi sociale che ha prodotto un’ingente migrazione di addetti al settore, a tutti i livelli, verso altri paesi che offrono migliori condizioni lavorative e maggiori opportunità.
La riduzione del personale è diventata uno dei maggiori problemi affrontati dal Ministro della Sanità, che si ritrova con una carenza di personale qualificato.
Anche la situazione delle infrastrutture esistenti per la cura sanitaria appare in declino: a dispetto del fatto che alcuni dei maggiori ospedali della nazione sono stati recentemente rinnovati, un generale stato di abbandono e la mancanza di manutenzione, sono le principali caratteristiche della maggior parte delle infrastrutture, soprattutto nelle aree rurali.
Gli ospedali che si stanno occupando di previdenza sociale sono gli ospedali missionari che hanno carenza di personale e ricevono medicinali dall’estero. Questo è anche il caso del Sant’Albert Mission Hospital nella provincia centrale di Mashonaland che conta attualmente 3 dottori, 35 infermiere professionali, 14 aiuti infermiere e altre 47 persone di supporto allo staff.
Il Sant’Albert Mission Hospital è un ospedale cristiano che fu costruito nel 1964 dai Frati Gesuiti e poteva ospitare 85 letti. Ora con i suoi 140 posti letto, sempre occupati per più dell’80%, è il solo ospedale nel distretto e serve una popolazione di 130.000 persone. Ci sono 10 Centri sanitari locali affiliati all’ospedale. Dal 1999 i Frati Gesuiti lasciarono la missione in mano al clero locale che dirige l’ospedale per conto del vescovo di Chinhoyi. L’ospedale è gestito dall’Associazione Sanitaria Internazionale che ebbe la sua origine a Roma ed è quindi strettamente connessa con l’Italia. Questo ospedale ha sempre la piena disponibilità di medici in quanto ha tre dottori permanenti che non hanno ambulatori privati e quindi sono sempre presenti con il loro staff. Questo resta un grosso punto interrogativo perché la grossa crisi economica del paese, di cui tutti hanno avuto esperienza, sta ancora affliggendo il morale dello staff.
Servizi offerto dall’ Ospedale alla popolazione del distretto:
Medicina Generale in vari reparti dell’ospedale: i servizi offerti riguardano riabilitazione/fisioterapia, reparto maschile, reparto femminile, maternità e isolamento.
I laboratori e il reparto di raggi X sono in funzione a seconda della disponibilità di pellicola, elettricità e agenti reattivi.
Chirurgia Generale: insieme ai reparti di Ginecologi a e ostetricia è pienamente operante grazie alla presenza di visite regolari di un chirurgo e alla costante presenza di una ginecologa.
Prevenzione / Pubblica Salute: si effettuano vaccinazioni contro le sette malattie mortali, Poliomielite, Tubercolosi, Difterite, Epatite, Pertosse, Tetano e Morbillo. Si previene la trasmissione del virus dell’HIV da madre a figlio con un programma che fu sperimentato proprio dal St Albert’s Hospital usando La NEVIRAPINA, il più economico e facilmente somministrabile antivirale. Questa cura venne poi replicata anche in tutti gli altri ospedali della nazione. La distribuzione delle misure preventive contro l’HIV è tuttora praticata, con una consulenza volontaria e i test per HIV, in modo tale che il paziente positivo possa essere sottoposto ad HAART (trattamento antivirale altamente attivo), mentre i pazienti negativi continuano ad essere monitorati.
Viene anche praticata la profilassi per la malaria.
Centri sanitari rurali: molti offrono un servizio completo a partire dalle cure base, VCT e immunizzazione usando un approccio da super market.
Visite a domicilio: l’ospedale ha a disposizione un team mobile che porta avanti il Community Home Based Care Programme (CHBC) che partì nel 1991 ed è tuttora in corso. Il team lavora con un gruppo di persone competenti in modo da assicurare che i pazienti dimessi non vengano lasciati soli e in modo che la comunità abbia il suo ruolo nella battaglia contro l’HIV. I pazienti cronici ricevono le loro medicine direttamente a casa o presso la clinica più vicina, i bambini nati da genitori affetti da HIV vengono seguiti dalla nascita fino ai 18 mesi e così la comunità diventa essenziale per vincere l’HIV,questo programma è supportato dalla comunità. L’ospedale forma gli operatori della comunità che lavorano come volontari. Attualmente gli operatori attivi sono 1.084. Il loro supporto morale e sociale viene prestato soprattutto ai gruppi più vulnerabili, come gli orfani che sono più di 3.000 in quest’area. Con il programma delle adozioni a distanza si riesce a mandare a scuola 400 orfani. Quest’anno è stato aperto un centro che insegna cucito e agricoltura per quei bambini che al di fuori della scuola sono maggiormente a rischio.
Dati statistici sull’utilizzo dell’ospedale
YEAR +Bed establishment of 140 | 2004 | 2005 | 2006 | 2007 | 2008 |
Numero di ammissioni | 6,610 | 6,255 | 5,748 | 6,578 | 5,450 |
Percentuale di letti occupati | 104% | 89% | 71% | 95% | 90% |
Media dei giorni di permanenza | 10 | 7 | 6 | 7 | 8 |
Operazioni chirurgiche | 575 | 655 | 582 | 662 | 537 |
Consultazioni & Test | 2,780 | 2,429 | 2,449 | 3,299 | 4,225 |
Parti | 3,606 | 3,316 | 3,028 | 2,340 | 2,570 |
Pazienti in ARVs | 77 started program | 218 | 253 | 233 | 99 |
TOTAL TO DATE 880 | patients put on ARVs |
Le cinque maggiori condizioni viste in OPD sono: infezioni alle vie respiratorie, malaria, ferite, malattie della pelle, dissenteria.
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Progetti:
Durante la redistribuzione del territorio l’ospedale è riuscito ad acquisire 12 ettari di terra coltivabile; l’altra parte del territorio è stata occupata da una diga costruita perché l’ospedale non aveva acqua a sufficienza. Il bacino idrico che fornisce l’acqua necessaria all’ospedale e che irriga il piccolo orto dell’ospedale e il piccolo allevamento di pecore e maiali e bovini. Sono stati installati quest’anno i potabilizzatori per tutta la comunità del St’ Albert Hospital.
Malgrado il collasso del sistema sanitario nazionale il Sant’Albert Hospital è riuscito ad ottenere alcuni successi grazie soprattutto all’incrollabile supporto dei singoli, dei gruppi e dei partner che hanno contribuito al sostentamento della struttura.
Dal 2006 l’Ospedale ha aperto un scuola per infermieri grazie alla cooperazione Italiana che ha contribuito con l’acquisto di libri, cancelleria e attrezzature, mentre l’infrastruttura è stata realizzata da Beit Trust, Vismara e Rock No War. Dall’apertura si sono diplomati 96 infermieri che sono stati mandati in tutta la regione, 24 lavorano nel nostro ospedale. La formazione dello staff è il nostro scopo, molti professionisti sono stati formati per la nazione. Uno degli staff del distretto ha ricevuto un’onoreficenza di cavaliere dal governo Italiano.
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Sfide:
L’ospedale non è immune alle enormi sfide sociali ed economiche del paese, non possiamo sapere quanto a lungo l’ospedale potrà funzionare. La nazione sta attraversando un periodo di carestia e il nostro staff non fa eccezione, per non parlare della malnutrizione infantile e degli anziani. I dottori sono sopraffatti dal lavoro e ci sarebbe bisogno di assumere nuovi dottori, soprattutto chirurghi ma non ci sono risorse. Gestire un ospedale in queste condizioni è un incubo. Le medicine sono scarse, le attrezzature obsolete, e il morale dello staff sottoterra e non si vede un raggio di speranza. I nostri partner, amici e sostenitori sono stati accanto a noi in ogni momento. Speriamo che la generosità di questi continui per permetterci di salvare ancora vite umane.
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Spedizione
Zimbabwe 2012
Bonifici
Bonifico St. Albert Hospital 2013
Bonifico St. Albert Hospital 2012
Bonifico St. Albert Hospital 2011
Bonifico St. Albert Hospital 2008
Bonifico St. Albert Hospital 2006
2008 Zimbabwe
RACCOLTA ALIMENTARE PER ZIMBABWE
15 Novembre 2008
Circa 200 volontari hanno collaborato alla Raccolta Alimentare
tenutasi nei supermercati di Modena e Provincia.
Sono stati raccolti:
9.852 kg di pasta
6.087 kg di riso
6.529 kg di legumi in scatola
2.432 kg di tonno e carne in scatola
584 kg di pomodoro
153 kg di zucchero
253 kg di farina
99 kg di olio
210 kg di alimenti per bambini
52 kg di crackers e simili
222 kg di biscotti
per un totale di 26.473 kg
Dettagli Spedizione 11 Dicembre 2008 DONAZIONE A: MITTENTE: |
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Il progetto di Rock No War "UNA SPESA PER I BIMBI DELLO ZIMBABWE" prevede una straordinaria raccolta alimentare nei principali centri commerciali di Modena e provincia.
Tra i protagonisti dello spot Cesare Bocci, Edoardo Leo e Daniele Pecci per la regia di Chicco Salimbeni.
La raccolta si è svolta a:
Formigine: Centri Commerciali “I Giardini”, e “I 4 passi”, Negozio Conad Fontana;
Modena: Centri Commerciali “Grandemilia”, “I portali”, “La Rotonda”, “I Gelsi” e Negozio SpecialCoop;
Sassuolo: Centro Commerciale “Panorama” e Negozio “Coop Mezzavia”;
Vignola: Centro Commerciale “I Ciliegi”
11 Dicembre 2008: Caricato e spedito in Zimababwe un container con gran parte della merce raccolta.
La Dott.ssa Elisabeth Tarira, cooordinatrice del St. Albert Hospital dove è destinata la merce, che era in Italia fino a pochi giorni fa, era felicissima della sollecita spedizione in quanto nel suo paese la situazione è veramente drammatica, ulteriormente aggravata da una epidemia di colera.
Il progetto del St Albert Hospital di Harare nasce per curare i bambini nati da madri sieropositive o con aids conclamata, ma col tempo è diventato un vero centro di aiuto per la popolazione sempre più bisognosa.
Non appena il container arriverà a destinazione, presumibilmente entro 40/50 giorni, sarà nostra premura documentare l'evento.
CONFERENZA STAMPA
UN AIUTO AI BIMBI DELLO ZIMBABWE
Mercoledì 12 novembre 2008 alle ore 12.00, presso la sede del Centro di servizio per il volontariato in via Cittadella 30 a Modena, ROCK NO WAR illustrerà il progetto "UN AIUTO AI BIMBI DELLO ZIMBABWE" che prevede una raccolta alimentare straordinaria sabato 15 novembre nei negozi della Provincia di Modena.
Alla conferenza stampa saranno presenti:
Giorgio Amadessi, presidente di ROCK NO WAR;
Claudia Andreatti, Miss Italia 2006 - testimonial del progetto;
Chicco Salimbeni, attore e regista - autore di uno spot a favore del progetto.
Volantino
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Fermiamo l'Aids sul nascere
FERMIAMO L'AIDS SUL NASCERE
Si continua a morire in Africa. Non solo di guerre e fame. Negli ultimi anni si è diffuso un nuovo flagello.
L’epidemia AIDS, che colpisce soprattutto la popolazione giovane: nel continente nero le vittime sono 17 milioni di cui quasi 4 milioni di bambini. Fra i paesi più martoriati, lo Zimbabwe (ex Rhodesia), su 12 milioni di abitanti conta 1 milione e mezzo di sieropositivi, il 30% sono donne in gravidanza.
Di conseguenza, tra le vittime innocenti, tantissimi bambini.
Muoiono a migliaia per la terribile infezione, spesso entro i primi 2 anni di vita.
A trasmettere loro il virus quasi sempre sono le madri al momento del parto o attraverso l’allattamento.
Finora nello Zimbabwe, come negli altri stati africani, prevenzione e cura dell’AIDS incontrano ostacoli di ordine economico, sanitario e psicologico. Tuttavia, un grande aiuto viene proprio dalle giovani mamme africane.
Perché il loro figlio non si ammali del terribile morbo, sfidando pregiudizi e vecchi tabù, accettano ora di sottoporsi ai test e alle cure anti-AIDS; un buon passo in avanti e lo dimostrano i primi concreti risultati della battaglia combattuta attraverso il progetto "Fermiamo l’AIDS sul nascere" per arginare l’epidemia, già salvati decine di bambini.
Il progetto è portato avanti presso il St.Albert’s Mission Hospital diretto dalla Dott.ssa Elisabetta Tarira (un medico dello Zimbabwe, ex-allieva di Luisa Guidotti, il medico missionario modenese ucciso in Africa nel 1979).
Per salvare un bambino, bastano pochi spiccioli...
9,29 € per il Test HIV ad una mamma prima del parto e poi al suo bambino |
20,65 € per 10 terapie a base di nevirapina |
68,17 € per una terapia di supporto psicologico pre e post test a 10 future mamme |
90,89 € per nutrire un neonato con latte artificiale dal 3° al 12° mese di vita |
129,11 € per assicurare un trattamento medico alimentare completo |
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Donazioni
DONAZIONI:
Questa proposta di progetto nasce da un'iniziativa privata di sostegno ad un programma sanitario in via di realizzazione nel sud della Sierra Leone. |
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Obiettivo: |
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Contesto: |
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In questo contesto si colloca un programma sanitario privato ad impronta umanitaria, del quale questo progetto vuole essere complemento.Tale programma è nato dall'iniziativa di un medico sierraleonese, è finanziato da donazioni private internazionali e prevede due fasi principali: la costruzione di un ospedale (attualmente in fase di ultimazione) e sua attivazione, e l'attuazione di un programma di diagnosi, cura e prevenzione sul territorio. |
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Realizzazione dell'intervento: |
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La ricerca del veicolo 4x4 con caratteristiche adatte al tipo di terreno è fondamentale. La rete stradale in Sierra Leone è costituita da due strade asfaltate principali che collegano la capitale con il nord e il sud. Il resto della rete è costituito da piste e sterrati che collegano i piccoli villaggi con i grossi centri difficili da raggiungere, specialmente durante la stagione delle piogge (da maggio ad ottobre). I veicoli sopra elencati risultano al momento i più adatti all'uso in questione. |
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La preparazione richiede un equipaggiamento di base che consiste principalmente in lettini, cassettiere, erogatore di ossigeno, generatore di corrente e compressore ovviamente sistemati in modo da resistere alle grandi sollecitazioni. |
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La spedizione deve avvenire in container per garantire l'integrità del veicolo e delle attrezzature. |
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L'attivazione e gestione del servizio verranno effettuate in coordinamento con l'ospedale di riferimento. Le attività comprenderanno funzioni direttamente collegate alle attività interne dell'ospedale (trasporto/trasferimento di pazienti ) e servizi clinici da svolgersi sul territorio, particolarmente in aree remote, ad opera di personale dell'ospedale. Il significato della ambulanza diventa perciò non solo il trasporto di pazienti, ma l'erogazione vera e propria di prestazioni mediche di primo livello in aree dove mancano le strutture sanitarie di base, incluse attività di prevenzione ed educazione sanitaria. Tutto ciò allo scopo di aumentare l'accesso ai servizi di medicina da parte di popolazioni lontane dall'ospedale o residenti in aree prive di strutture sanitarie adeguate ai bisogni. |