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I NOMADI e PAOLO BELLI in ALBANIA
GIUGNO 1999
Paolo Belli e i Nomadi in Albania, preceduti da due autotreni carichi di:
alimentari, giocattoli, materiale didattico, tavoli da ping pong, carrozzine, palloni...
Migliaia di persone (circa 20 mila) attendono da ore l'inizio del concerto nella piazza del Sole di Elbasan.
Soprattutto bambini, impregnati di polvere, appesi ai rami degli alberi, tenuti a bada da poliziotti dai modi decisi.
«Quattro anni fa», dice Paolo Belli, «seppi che all'ospedale oncologico per bambini di Novi Sad,
la città jugoslava gemellata con Modena, mancavano le medicine.
Organizzai un concerto, con i soldi raccolti acquistai le medicine e le portai a destinazione in furgone.
Arrivati là, chiesi di che cos'altro avessero bisogno.
Mi risposero: "Di vita normale, di musica"».
20 mila ad Elbasan per mettere in pratica quel suggerimento.
Paolo Belli e i Nomadi sono venuti in Albania facendosi precedere da due autotreni.
A bordo, alimentari (fagioli, verdura, pasta, dolci...) e soprattutto altro: giocattoli, materiale didattico, tavoli da ping pong, carrozzine, palloni.
Uno dei due camion è quello che il cappuccino padre Sebastiano ha attrezzato a palcoscenico itinerante per lo spettacolo Francesco cantautore di Dio e che per l'occasione ha prestato con entusiasmo.
Il senso di tutto questo è chiaro: non di solo pane, che peraltro quasi scarseggia, hanno bisogno i profughi kosovari.
Organizza Rock No War, associazione che ha tra i fondatori lo stesso Belli e che dal 1995 lavora sull'idea di unire musica e solidarietà internazionale: raccogliendo denaro con i concerti e spendendolo interamente per gli aiuti.
Anche il viaggio in Albania è a costo zero: sarà la Regione Emilia-Romagna a coprire le spese.
Le mete sono Elbasan, un tempo centro principale dell'industria albanese del ferro, e Tirana, la capitale.