Un Ponte verso Betlemme

Mons. Antonio Lanfranchi ha consegnato l'assegno di 19.000 euro
al baby hospital d Betlemme

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E' stato consegnato nel corso di una Conferenza Stampa presso il Caffè Concerto di Modena, un'assegno di 19.000 € a favore del Caritas Baby Hospital di Betlemme, la quota è stata raccolta durante l'Asta di beneficenza "Un ponte verso Betlemme" del 27 novembre 2011 e dal ricavato della vendita del libro Nato a Betlemme realizzato dal fotografo Luigi Ottani e dalla giornalista Valentina Lanzilli.

 

Articolo settimanale Nostro Tempo

 

 

Lettera di ringraziamento di Sr. Donatella   Bonifico al Caritas Baby Hospital

 

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Foto di Gianpaolo Prampolini


Il Caritas Baby Hopsital di Betlemme è l'unico ospedale pediatrico dell'intera Cisgiordania. Si tratta di un centro per la salute e per la formazione nato nel 1952 da un atto spontaneo di aiuto di padre Ernst Schnydrig che proprio la notte di Natale, mentre si recava verso la Basilica della natività di Betlemme per celebrare la messa, vide un padre che stava seppellendo il suo bambino nel fango di un campo profughi palestinese. Ne rimase profondamente sconvolto e dopo aver preso in affitto una casa, vi collocò quindici letti e la chiamò Caritas Baby Hospital; da quel momento, nel luogo in cui era nato Gesù, a nessun bambino sarebbe più stata negata l'assistenza medica. L'ospedale, che vive unicamente di provvidenza, oggi conta 35mila visite l'anno, 82 posti letto, due reparti pediatrici, uno per neonati e prematuri, predisposto per cure intensive, un asilo infantile, un'ambulatorio ecografico, una scuola per infermiere e una per le madri che usufruiscono anche di piccoli alloggi per poter stare accanto ai loro figli. Con i suoi duecento dipendenti, l'ospedale ospita e cura bambini per la maggior parte colpiti da malattie gastrointestinali, dovute all'acqua non potabile, cardio-respiratorie, conseguenza della mancanza di riscaldamento nei mesi invernali e malformazioni, sempre più frequenti a causa dell'unione in matrimonio di primi cugini. Malattie che spesso si tramutano in decessi, considerando che il muro di separazione che il governo israeliano ha costruito per dividersi fisicamente dai territori palestinesi, non fa sconti a nessuno. L'ospedale infatti non è dotato del reparto di chirurgia e quando i piccoli pazienti necessitano di un intervento, spesso anche d'urgenza, occorre richiedere il permesso ad israele per poter oltrepassare il check poiint, situato a pochi metri dall'ospedale, e giungere negli ospedali di Gerusalemme. Permesso che non sempre arriva.

Alcuni modenesi hanno conosciuto questa realtà sette anni fa, in occasione della prima edizione della Maratona della Pace Betlemme-Gerusalemme; un'incontro significativo e toccante, durante il quale hanno potuto toccare con mano l'importanza del lavoro portato avanti dalle suore benedettine di Padova che gestiscono l'ospedale, e il loro quotidiano impegno per questi bambini, vittime innocenti di un conflitto che sembra non finire mai. Da quell'incontro ogni anno la delegazione modenese, con il progetto Un ponte verso betlemme, porta all'ospedale i fondi ricavati da varie iniziative organizzate sul territorio.

 

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