CENTRO DI RECUPERO PER BAMBINE VITTIME DELLO SFRUTTAMENTO SESSUALE
IL TRAFFICO DI BAMBINI
Nell'Indocina in questi anni si è sempre più affermato un nuovo tipo di sfruttamento delle risorse umane: il traffico di bambini al fine di sfruttarli nel mercato della prostituzione, nel mercato della pornografia e in quello, ancora molto da scoprire, degli organi.
Da Bangkok a Ho Chi Min Ville (più nota con il suo vecchio nome: Saigon), senza soluzione di continuità, vi è una forte presenza di capisaldi di coloro che hanno deciso che i bambini sono un buon investimento e che i loro corpi possono essere commerciati proprio come se non appartenessero a persone, ma fossero solo degli oggetti.
Da Bangkok a Saigon quindi (giungendo fino a Manila) sono tantissimi i luoghi dove gli occidentali interessati possono acquistare o affittare bambini anche piccolissimi, divertendosi con loro, e cioè usandoli per una o più notti o giocando con i loro corpi fino ad ucciderli.
Giochi sadici o pseudo erotici, che utilizzano bambini a volte piccolissimi (alti spesso meno di un metro) che dopo pochi mesi si ammalano di malattie i cui nomi in Italia sono stati dimenticati o di malattie sessualmente trasmissibili quali l’AIDS o tutte le possibili forme di Epatiti.
Bambini piccoli o piccolissimi, rapiti alle loro famiglie o da queste ceduti a trafficanti senza scrupoli che fanno credere alle famiglie che porteranno i piccoli a scuola, o a lavorare in industrie…
Un problema da non sottovalutare se si pensa che in tutto il mondo lo sfruttamento dei bambini a fini sessuali muove ogni giorno circa 300 milioni di dollari. Una “industria” che ormai ha scalzato quella della droga essendo diventata più importante. Un giro di miliardi sporchi e poco rischiosi: i bambini raramente sfuggono ai loro aguzzini e ancor meno di sovente parlano di quello che hanno vissuto: un piccolo bambino cambogiano trasportato lontano da casa, spesso in un altro paese, non conosce nulla del luogo in cui si trova (spesso neppure la lingua) e non sa assolutamente quali siano gli adulti di cui si può fidare. Il bambino si trova quindi solo, assolutamente solo, ad affrontare l’avventura più dolorosa della sua vita: l’abbandono, la messa in vendita come un oggetto, la sua più o meno lenta ma inesorabile distruzione
La Cambogia è forse il paese chiave di tutto questo gioco: un paese poverissimo dove il turismo sessuale non è diventata ancora la voce preponderante del bilancio economico del paese (come è invece in altri paesi del Sud Est asiatico) e dove è più alta la percentuale di malati di AIDS: più della metà dei bambini ingaggiati nel turismo sessuale sono sieropositivi e il paese ha superato ogni altro paese dell’ASIA in questo triste primato.
UNA SOLUZIONE E’ POSSIBILE?
Cercare una soluzione a questo problema non è semplice. Le mafie locali ed internazionali non rinunciano facilmente ai grandi margini di guadagno che gli concede lo sfruttamento dei bambini. Eppure ci sono organizzazioni internazionali (come ECPAT, una organizzazione presente in 70 paesi al mondo e la cui sede internazionale è a Bangkok) che si battono per la creazione centri per il recupero e la cura delle giovani vittime, di leggi, scelte politiche che facciano terminare lo sfruttamento dei bambini e la formazione di forze di polizia che tentino di sconfiggere questo turpe mercato.
In alcuni paesi vi sono associazioni locali che, con coraggio, sfidano quotidianamente la malavita per strappare bambini dal traffico e dai bordelli. In Cambogia ha la propria sede centrale AFESIP, che ha sedi locali in Thailandia, Laos e Vietnam. In ogni paese del Sud Est Asiatico stanno cercando di formare del personale locale, creando gruppi di intervento per togliere bambine ai loro sfruttatori, per monitorare i bordelli, per curare e aiutare i piccoli a rientrare nella normale vita quotidiana o per insegnare alle forze di polizia le tecniche di indagine e repressione.
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UNA SFILATA PER LA VITA
3 Agosto 2008
L’assessorato alle politiche giovanili del Comune di Guiglia ha organizzato una sfilata con protagonisti indiscussi i bambini che sfileranno con abiti realizzati da alcune mamme sul tema “Le epoche musicali”. I fondi raccolti sono stati devoluti a Rock No War per il sostentamento del progetto in Laos. RACCOLTI € 1.113,06
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10 Aprile 2008 - Progetto Laos 16 Novembre 2007 - Progetto Laos 14 Novembre 2006 - Progetto Laos |