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NAZIONALE CANTANTI A SARAJEVO



Naz. Cantanti e Rock No War
a SARAJEVO


17-19 OTTOBRE 1998

Prima era "Morire per Sarajevo", oggi è "Vivere per Sarajevo" più che mai, e noi, Nazionale Italiana Cantanti, Rock No War e AiBi, vogliamo dare un contributo affinché questo sia possibile.
L'idea è semplice e, come tutte le cose essenziali, buona.

Una partita di calcio della Nazionale Italiana Cantanti contro una squadra locale composta da artisti.
La musica come strumento di pace.
La passione per uno sport come veicolo di gioia.
Ma naturalmente questo non è che il calcio d'inizio.

Sminare 50 mila metri di terreno (l'equivalente di poco più di sette campi di calcio) e attrezzarlo a campo giochi. Perché ritorni il sorriso a illuminare i volti di tanti bambini martoriati, nella psiche forse più che nel fisico, da una delle guerre più crudeli del nostro secolo.

Intervento a favore di bimbi e adolescenti mutilati.  Vogliamo per loro delle protesi che gli permettano una vita il più normale possibile, glielo dobbiamo.

Il 17, 18, 19 ottobre 1998, NIC, RnW, AiBi saranno a Sarajevo dove saranno ricevuti dall'ambasciatore italiano. Poi incontreranno il contingente italiano, le autorità locali e, probabilmente, andranno a fare visita ad alcune scuole.

Messaggeri di pace a testimonianza che, chi ha un cuore, non dimentica.

In quest'occasione verrà inaugurato un Centro donna finanziato con parte dei ricavi della Partita del cuore che si è svolta lo scorso giugno a Cagliari (ricavato, oltre i due miliardi) e una grande area attrezzata per bambini voluta e finanziata dall'AiBi.

Avvenimenti importanti per una città a cui, tutti noi, vogliamo dare un segnale importante di solidarietà e affetto.

Momento centrale di questa tre giorni per la pace (il gruppo arriverà dall'Italia con un aereo militare messo a disposizione dal ministero della Difesa), la partita di calcio, ma anche il messaggio del capo dello stato Oscar Luigi Scalfaro che ha seguito questa iniziativa dall'inizio e che benedice l'intera operazione. E' molto probabile che il presidente della repubblica conceda, alla manifestazione, l'alto patronato.

Sigilli, questi, che garantiscono la serietà dell'iniziativa che sarà seguita dai mezzi di comunicazione nazionali, Rai Uno in testa. Un'impresa che non è stato facile organizzare, ma adesso che parte, il lavoro fatto e i contrattempi trovati appaiono per quello che veramente erano: piccoli, piccolissimi incidenti di percorso che ci hanno fatto volere ancora di più questa iniziativa. Ormai è tutto lontano anche se molto resta da fare. Come le due conferenze stampa (una in Italia, all'Accademia militare di Modena, una a Sarajevo, all'ambasciata italiana).

La guerra di ieri sfuma nei progetti e nella vita di oggi. Combattimenti, bombardamenti, cecchini, sono ormai lontani.

Presto anche le mine non saranno più un pericolo reale, ma solo un incubo, qualche volta, di un sonno agitato.


Il perchè di questo progetto???


In Bosnia Erzegovina sono disseminate da 750.000 a 1.000.000 di mine antiuomo e anticarro. Calcolo informale e sottodimensionato. Il 50% dei luoghi minati è ancora "segreto militare" dei vari eserciti in campo nella guerra civile bosniaca.

Gran numero di mine sono state sepolte da privati per difendere proprietà private (case, campi). Le mappe degli almeno tre eserciti in campo (il serbo, il croato, il musulmano) non solo sono in gran parte segrete, ma dato il carattere spesso di nade armate dei protagonisti di questa guerra, vere e proprie mappe non sono state fatte mai.

Le vittime delle mine, per la stragrande parte rese invalide ed in parte uccise,
sono più di 4.000, e moltissimi sono bambini.

L'insufficienza delle strutture ospedaliere soprattutto di riabilitazione, rendono queste invalidità degli handicap insuperabilii. Sino al 1996 la percentuale maggiore delle vittime erano i bambini, durante i giochi.

Dal 1997 la percentuale maggiore delle vittime è di contadini e agricoltori intenti al lavoro agricolo. Una dolorosa quota percentuale nel triste elenco hanno i profughi (i cacciati delle pulizie etniche, ed oggi i profughi in transito dal Kosovo) che, per inesperienza e perchè costretti in residenze periferiche, isolate o di fortuna, sono più vacilmente vittime delle mine.

 

 

In quest'occasione verrà inaugurato un Centro donna finanziato con parte dei ricavi della Partita del cuore che si è svolta lo scorso giugno a Cagliari (ricavato, oltre i due miliardi) e una grande area attrezzata per bambini voluta e finanziata dall'AiBi.

Avvenimenti importanti per una città a cui, tutti noi, vogliamo dare un segnale importante di solidarietà e affetto.

Momento centrale di questa tre giorni per la pace (il gruppo arriverà dall'Italia con un aereo militare messo a disposizione dal ministero della Difesa), la partita di calcio, ma anche il messaggio del capo dello stato Oscar Luigi Scalfaro che ha seguito questa iniziativa dall'inizio e che benedice l'intera operazione. E' molto probabile che il presidente della repubblica conceda, alla manifestazione, l'alto patronato.

Sigilli, questi, che garantiscono la serietà dell'iniziativa che sarà seguita dai mezzi di comunicazione nazionali, Rai Uno in testa. Un'impresa che non è stato facile organizzare, ma adesso che parte, il lavoro fatto e i contrattempi trovati appaiono per quello che veramente erano: piccoli, piccolissimi incidenti di percorso che ci hanno fatto volere ancora di più questa iniziativa. Ormai è tutto lontano anche se molto resta da fare. Come le due conferenze stampa (una in Italia, all'Accademia militare di Modena, una a Sarajevo, all'ambasciata italiana).

La guerra di ieri sfuma nei progetti e nella vita di oggi. Combattimenti, bombardamenti, cecchini, sono ormai lontani.

Presto anche le mine non saranno più un pericolo reale, ma solo un incubo, qualche volta, di un sonno agitato.

izio di un progetto più vasto, composto da più parti.